Per la serie “Incontro con il campione”, si è tenuta mercoledì 22 febbraio nella sede del C.M.A.E. di via Goldoni a Milano una conversazione-conferenza con Carlo Facetti, classe 1935, meccanico, preparatore, collaudatore e pilota in attività da quasi settant’anni e protagonista del volume recentemente edito dall’ASI intitolato “Potenza in punta di piedi”. La vita di Carlo Facetti si è snodata attraverso un lunghissimo percorso che lo ha portato, da giovanissimo assistente meccanico nell’officina di papà Piero a Cormano (Milano), a correre ufficialmente per le più grandi Case automobilistiche sui circuiti di tutto il mondo, da Monza a Daytona, da Le Mans a Buenos Aires. Persona semplice, modesta, ma di immenso talento, ancora oggi, a più di ottant’anni, continua a dare i suoi preziosi consigli a chi deve preparare, e soprattutto far vincere, un’auto storica. Carlo ha ricordato nel corso della serata alcune delle tante avventure che gli sono capitate nella sua avventurosa carriera, come quando, alla Mille Miglia del 1956, prese il posto di copilota di Nino Merlo (quello ufficiale aveva dato forfait), finendo poi per guidare per quasi tutta la corsa, riparando l’auto (una Fiat 1100 Zagato) per strada a seguito di un incidente e arrivando al traguardo di Brescia al 164° posto assoluto. Ascoltare i racconti di Facetti è appassionante perché riportano a un’epoca definitivamente tramontata nella quale il pilota faceva un po’ di tutto, dal meccanico al collaudatore, con un magro stipendio e pochi onori sui giornali. Come quando, in Argentina, lui e i suoi compagni, con le loro Alfa Romeo Giulietta Zagato, si spingevano paraurti contro paraurti per prendere ancora più velocità sui lunghi rettilinei sterrati o correva la Temporada con la Formula Junior della Tecno per la Scuderia Sant’Ambroeus. A fine anni Sessanta venne chiamato all’Autodelta da Carlo Chiti per pilotare la 33 Sport Prototipo, andò quindi a Le Mans con la nuova versione coda lunga che fece modificare secondo la sua esperienza, perché la vettura diventasse più competitiva. Ad una edizione della 24 Ore francese guidò per oltre sedici ore filate dimostrando tutta la sua determinazione e la sua capacità di resistenza al volante. Nel 1974 provò anche con la Formula Uno, pilotando la Brabham BT 42 della Scuderia Finotto, ma non riuscì a qualificarsi. Nel 1979 vinse il Campionato Europeo Turismo con la BMW 3.0 CSL in coppia con Martino Finotto (nella foto), ma corse anche per la Lancia grazie a Cesare Fiorio che gli affidò la Stratos Gruppo 4 al Giro d’Italia. Ma se si chiede a Facetti quali sono i suoi circuiti preferiti risponde che il suo cuore è negli Stati Uniti. Per esempio, sul circuito di Daytona Beach, dove si andava forte se si teneva la macchina nella parte più alta del “muro” verticale della pista: qui Carlo sfrecciava a 300 all’ora con le ruote a pochi centimetri dal guard-rail superiore per poi gettarsi ancora più veloce sul rettilineo…